Una serata movimentata al castello del Conte
​
​
​
​
​
​
​
​
​
Caro diario,
oggi ti voglio raccontare la paurosa avventura che sto per vivere. Mi mancano solamente 5 minuti a piedi prima di arrivare lì.
Eccomi arrivata: sono davanti al cancello d’ ingresso del castello del conte Dracula. Già l’esterno mette inquietudine quindi non oso immaginare quello che mi aspetterà all’interno. Ora sono dentro. C’è voluto molto coraggio prima di riuscire ad entrare. Pare che sia sola, oggi nessun altro visitatore. So che non c’è nulla da temere, che è tutta finzione ma in ogni modo, come si dice, fidarsi è bene etc. etc. Ora ti lascio diario, ti riprenderò all’uscita dal castello e prometto che procederò nel mio racconto, se sarò ancora in grado di farlo…
Eccomi caro diario, dov’ero arrivata, ah sì, ero appena entrata. Allora procedo. Quando la porta si è aperta mi sono ritrovata davanti un lungo corridoio pieno di ragni e pipistrelli. Da lì sono passata, non senza fatica, (ma erano veri o finti quei pipistrelli, non l’ho mica ancora capito!) nel salotto in cui ho notato per terra un tappeto fatto con la pelliccia di un orso (povero, che brutta fine!). Ad un tratto ho sentito dei rumori alle mie spalle. Ero terrorizzata. Ho trovato il coraggio non so dove e così ho deciso di voltarmi… per mia fortuna non c’era nessuno! Ho deciso allora di proseguire un po’ in giro a esplorare il resto del castello. Dopo 10 minuti di perlustrazioni a vuoto mi sono ritrovata davanti ad una porta socchiusa perciò ho deciso di andare a dare un’occhiata. Quando ho aperto del tutto la porta mi sono resa conto di essere finita nella camera da letto del conte Dracula Nella stanza c’era una specie di bacheca in cui era custodita la sua corona. Ma ciò che più mi ha stupito è stato il grosso letto vicino alla bacheca (ma non dormiva in una bara? Scherzo!) Il letto infatti era in disordine, come se ci avesse dormito qualcuno. A quel punto ho cominciato ad avere seri dubbi sul fatto di essere l’unica ospite a visitare il castello del conte Poiché, come tu ben sai caro diario, sono molto curiosa ed incosciente, ho comunque deciso di proseguire nel mio giro sperando di non dovermene pentire. Senza accorgermene sono arrivata allo scantinato la cui porta si trovava in fondo ad una lunga scala e metteva abbastanza paura. Sono corsa per aprirla ma la porta era chiusa a chiave. Quali segreti racchiudeva? Non lo saprò mai perché mentre stavo per forzarla dietro di me ho iniziato a sentire di nuovo dei rumori molto strani e sempre più vicini. Sono scappata a gambe filate e, come nei migliori film dell’orrore sono finita nella stanza delle torture dove ho potuto vedere con la chiarezza dettata dal terrore: una sedia piena di spine, una bara con attaccate delle catene, un tavolo su cui erano appoggiati tanti grossi coltelli affilati. A quel punto il panico ha preso il sopravvento e sono corsa fuori urlando all’impazzata. Improvvisamente però ha cominciato a girarmi la testa, non riuscivo più a capire cosa mi stesse succedendo. Ad un certo punto devo aver perso i sensi, non ricordo più nulla. Quando mi sono risvegliata senza pensarci troppo mi sono rialzata da terra e ho deciso di uscire subito da quel castello. All’aperto mi sono sentita molto sollevata perché sapevo che sarei tornata a casa e sarei stata al sicuro. E adesso sono qui, fuori è buio, sono le 3,35 e ti sto scrivendo e, per quanto mi senta stanca, ho provato e riprovato a dormire, ma nulla. Ho anche uno strano rossore sul collo che comincia a pulsare e tutto ad un tratto mi è venuta fame, molta, molta fame...
Elisa Bordeanu IIIB
Rivarolo Mantovano