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UN'AMICIZIA SPECIALE

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Ciao a tutti! Siamo i bambini della classe IIIA della Scuola Primaria di Bozzolo.

Venerdì 25 gennaio, in agorà, abbiamo parlato insieme della Shoah e del Giorno della memoria. Poi abbiamo visto il film “ IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE”.

È la storia di una amicizia speciale , nata tra due bambini: Bruno e Shmuel. Un giorno Bruno, di nascosto, decide di fare una esplorazione attorno alla sua casa. Va a vedere “ i contadini che lavorano la terra dentro uno strano campo circondato da un reticolo di filo spinato”. Incontra Shmuel, un bambino ebreo della sua stessa età, dall’altra parte del reticolato. Incominciano a parlare. Diventano amici e decidono di incontrarsi di nascosto.

Nel laboratorio di scrittura creativa Giacomo e Asia hanno immaginato di essere amici di Bruno e Shmuel e hanno scritto loro una lettera. Hanno pensato alla loro vita, hanno scelto di raccontare le  riflessioni sulla amicizia che hanno vissuto.

Buona lettura!

 

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Caro Bruno

           Io sono Asia. Voglio subito raccontarti di me. Porto gli occhiali e a casa mia ho due gatti: uno arancione e uno grigio. Mi piacerebbe sapere quale è il tuo cognome, qual è il tuo cibo preferito. La tua vita, secondo me, è stata dura, drammatica  perché hai dovuto trasferirti da Berlino in un altro paese e hai  lasciato tutti i tuoi amici. Hai cambiato scuola e tutto è cambiato. Eri lontano quando la tua nonna è morta. Mi dispiace tanto. Io non vorrei mai perdere la mia nonna.

Io mi sto chiedendo ancora come hai fatto a superare tante difficoltà. Quando sei entrato nel campo di concentramento  non mi è piaciuto tanto. Sono sicura che tu e Shmuel avete trovato il papà che cercavate. Però vorrei tanto sapere che cosa succedeva in quella stanza con il fumo perché non ne ho la minima idea, ma non fa niente. Adesso i campi di concentramento non esistono più e tutti gli ebrei sono liberi. Spero che tu sia tornato nella tua casa di Berlino con tutta la tua famiglia, che tu sia ritornato felice con i tuoi amici. Spero che tu non soffra più. Vorrei invitarti per davvero a casa mia così potremmo fare amicizia. Potrai conoscere i miei amici. Sei stato molto gentile ad ascoltarmi e sarei felice che tu mi scrivessi una lettera.

Ciao

 Asia Casilli

 

 

Caro Shmuel

              Mi è piaciuto scoprire la tua vita, ma mi sono un po’ spaventato. So già che non stavi bene in quel campo di concentramento. I bambini devono avere una infanzia felice. Tu eri anche senza mamma. Avevi perso tutti gli amici del tuo paese di origine. Credo però che tu ne abbia conosciuto tanti altri nel campo. Tu non avevi i tuoi vestiti. Quando te li hanno tolti i tedeschi li avranno venduti ad altri. Avevi un numero sulla casacca. Quei numeri andavano all’infinito? Avevi delle ciabatte ai piedi o dovevi camminare a piedi nudi? Mi sono immaginato i lavori che tu e i tuoi amici dovevate fare. Che cosa stavate costruendo con i mattoni che portavi nella carriola? Secondo me i mattoni servivano per costruire la casa di un capo soldato. Portavi avanti e indietro anche tanta legna. Facevi dei lavori che i bambini non devono fare. Bruno è stato molto simpatico con te perché non voleva vederti triste, perché tu eri solo e nessuno ti aiutava. Bruno ti portava del cibo perché eri debole e dovevi lavorare ogni giorno senza sosta. Che bello quando ti portava dei giochi! Finalmente potevi giocare come tutti i bambini. Se fossi stato al tuo posto sarei uscito dal campo, dalla buca che aveva scavato Bruno. Ma come hai fatto a resistere tutti quei giorni in mezzo ai tedeschi che erano cattivi con te? Io sarei scappato.

Ciao Shmuel. Un abbraccio.

Giacomo Tarana

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