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Un miracolo!

Tornerò.

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Era solo un sogno, per fortuna. Un sogno brutto, purtroppo. Un sogno che si è realizzato. Ho sognato che mia moglie muore, in seguito ad un incidente stradale. Scendo al piano di sotto: ho una fame che muoio. Un biglietto sul tavolo:

“Tesoro, sono a fare spesa. Tra mezz’ora torno. Non aspettarmi. Se vuoi mangiare qualcosa ci sono dei biscotti in dispensa. Ti amo, ciao”.

“ok”, dico in me.

Di colpo, un brutto presentimento prende possesso della mia mente. “Ne sono sicuro, quello è un sogno premonitore. Lei sta per fare un incidente.” Che cosa dicevo? Di colpo sento un frastuono fortissimo. Una macchina, un secondo ma due morti. Mia moglie e un deficiente ubriaco alle 10 di mattina. “PORCA DI QUELLA T… LO SAPEVO!! NO!”. Mi fermo davanti alla soglia di casa. Cosa vedono i miei occhi… due macchine completamente sfasciate. Le persone tutte ammassate, l’una sull’altra. “Lasciatemi passare! LASCIATEMI PASSARE!”.

Tutti si immobilizzano. Corro. Corro verso quella che sarebbe stata mia moglie, mezza morta. “Non ti preoccupare, sto bene. Penso di essermi rotta un braccio ed una gamba. Non far caso al mio aspetto. Ora non rompere e portami in ospedale o chiama l’ambulanza, pigrone!”. Scoppio a ridere e nello stesso tempo scoppio a piangere. Non so bene cosa fare. Intravedo l’ambulanza. Caricano mia moglie su una barella. Prendo la mia macchina. Faccio i 120 all’ora in paese.

Sono talmente preoccupato che non riesco a frenare, ma poi riesco a controllarmi. In ospedale mi dicono che mia moglie sta bene, si è solo rotta una gamba e un braccio. Tutto a posto. Scoppio a ridere, butto via tutto quello che ho in mano e voglio gridare di felicità. Corro verso la stanza d’ospedale, un po’ come Fantozzi quando vede la Silvani. Poi però la “sfiga” si ripresenta. 2 mesi dopo, mia moglie sta già meglio. Alla notte però la porto in ospedale. Avverte un forte mal di testa. E che cosa mi dicono i dottori? “Sua moglie non ha speranze, mi spiace. Ha combattuto fino alla fine. Sta morendo.” Corro nella stanza d’ospedale di Kate, mia moglie. “è andata, ormai.”, dicono le infermiere. “è morta”. Grido. “Torno a casa, arrabbiato ma allo stesso tempo triste e depresso. Sento che la mia vita non sarà più la stessa con Kate. C’è ancora la lettera sul tavolo. Mi sarei dato una settimana, per fare tutto ciò che mi sono privato precedentemente. Imbratto i muri con scritte poetiche, porto via un carro attrezzi parcheggiato in doppia fila e mangio 3 chili di ostriche al chiosco di Gennaro il pescatore.

Dopo mi ritrovo senza più desideri. Ultimo giorno. Mi sveglio alla mattina, mi trascino in salotto e mi sdraio sul divano. Sento bussare alla porta “Arrivo…” dico, stremato. Apro la porta e chi vedo? Semplice vedo gli infermieri che erano nella stanza di mia moglie, quando era in ospedale. “Signore, portiamo buone notizie”, dicono loro, sorridendo. “NON ME NE FREGA NIENTE, ANDATE VIA!”, dico arrabbiato. Proprio nel momento in cui stavo per chiudere la porta gli infermieri dicono “Quella che ha visitato una settimana fa non era sua moglie, sa? Era un sosia! Non è fantastico?” dicono loro. Di colpo un sorriso mi si stampa sulla faccia. “DAVVERO?!?!?”, dico sbattendoli come un cuscino. “ma dove l’avete trovata?”, dico io. “Non siamo stati noi. È la polizia che l’ha trovata, per caso. Si era smarrita. Ora è in ospedale”, affermano. “Prendo la macchina e faccio una super accelerata, ma mi dimentico di aprire la saracinesca del garage, e quindi lo sfondo. Lascio persino la sagoma della mia macchina sulla saracinesca. Proprio come Fantozzi. Mi reco all’ospedale. È tutto finito. Mia moglie sta bene. Un miracolo?

Thomas Salmerini

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