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IL VERO VOLTO DELLA GUERRA

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In questi ultimi mesi a scuola ci siamo soffermati su un argomento molto importante ed interessante: la guerra. Inerente a questo tema stiamo leggendo un libro “Niente di nuovo sul fronte occidentale” e abbiamo visto due film: “La Grande Guerra” e “Joyeux Nöel”.

Il libro che stiamo leggendo in classe mi sta piacendo molto e mi sta coinvolgendo in questa vicenda ambientata sul fronte occidentale tedesco durante la I Guerra Mondiale. Questo romanzo mi sta trasmettendo il vero significato del termine “guerra”, una parola così semplice da pronunciare, ma con un significato complesso e doloroso. Eric Remarque, l’autore, riesce a farci capire cose sulla guerra anche grazie ai termini che usa. Ci tramanda, infatti, la sua rabbia e la sua disperazione mentre racconta di quella esperienza tragica che ha vissuto nella paura e nel dolore.  In questo stralcio descrive un momento di benessere, che sta vivendo coni suoi amici fumando sigarette e leggendo lettere inviate loro dai propri cari. Poi parla della loro vira di soldati ventenni, dicendo che dei loro affetti non è rimasto più niente perché i ricordi della loro esperienza prima di arrivare al fronte, sono stati cancellati dalla guerra perché ha portato in loro terrore, mentre ai più anziani è rimasto il ricordo della propria famiglia e della propria professione. Questo ha motivato i più anziani a cercare di sopravvivere e quell’incubo.

Lo stesso pensava Giovanni Busacca, uno dei protagonisti del film “La Grande Guerra” che ha ripetuto più volte, durante il film, ciò che pensava della guerra. Lui pensava che la guerra gli togliesse il suo futuro e i suoi desideri. Questo mi ha fatto capire che l’unica cosa che potevano fare era sperare di uscire vivi da questo conflitto anche se consapevoli che nel caso fossero sopravvissuti, sarebbe rimasto impresso nelle loro menti il pensiero della guerra vissuta al fronte. Anche il film “Joyeux Nöel” mi ha colpito molto e mi ha fatto capire che la guerra cancella l’umanità delle persone sostituendola con la cattiveria e la violenza e facendo prevalere il peggiore istinto umano: quello animalesco. Questo film ambientato sul fronte occidentale mi ha colpito particolarmente perché, al contrario degli altri film sulla guerra, racconta di una tregua realmente accaduta. Infatti, dopo gli iniziali combattimenti tutti i soldati si sono fermati e hanno deciso di vivere una notte di Natale indimenticabile, se non con la propria famiglia, almeno tra di loro. Durante quella notte, un soldato tedesco con la passione per la lirica, ha deciso di andare sul campo neutro e, cantando, di coinvolgere anche glia avversari a vivere con lui quella notte in pace. Ciò è accaduto.

I soldati hanno deposto i fucili, sono usciti dalle trincee e hanno iniziato a mostrarsi, tra di loro, le foto delle proprie mogli, si sono scambiati prodotti tipici del proprio Paese e il parroco scozzese ha celebrato la messa. Anche i tenenti, condizionati da questa aria di pace, hanno deciso di partecipare alla tregua, dove i tre pari si sono conosciuti. Mi ha colpito particolarmente la sensibilità e la gentilezza del tenente francese che considerava i suoi uomini come fossero fratelli.

E di fratellanza parla anche Giuseppe Ungaretti che, nella sua bellissima ma soprattutto significativa poesia, ci dà la sua versione della guerra, vissuta da lui in prima persona. In questa breve poesia, infatti, ci fa capire che considera tutti gli altri combattenti, suoi fratelli perché capisce che, come lui, anche gli altri provano terrore ed angoscia rispetto alla situazione che li circonda. In questi versi, lo scrittore, parla con coloro che hanno vissuto la guerra e subito cita la paura all’idea di morire e la difficoltà di cercare di non ricordare tutti i compagni morti che invadono i loro pensieri terrorizzati. Parla anche dell’aria spasimante sotto la quale giacciono i corpi dei soldati morti. il tema della guerra è veramente molto difficile e delicato da comprendere fino in fondo, per essa sono orti moltissimi soldati illusi dal Sistema, che il conflitto fosse un’occasione per renderli veri uomini e che invece, li ha uccisi. Loro credevano negli ideali del proprio Paese e, nonostante tutto avevano degli obiettivi per il proprio futuro, soprattutto i più giovani.

È veramente importante, allora, ricordarli e con loro anche tutto ciò che hanno passato in quella trincea, ripensare a ciò che hanno provato, perché solo così possiamo renderci conto dell’assurdità della guerra.

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Giulia Tonelli

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